I fondali dell’Area Marina Protetta di Baia sono di natura sabbiosa e presentano una pendenza molto lieve. L’unica zona rocciosa, peraltro piuttosto limitata, è quella di Punta Epitaffio( Zona A): un piccolo promontorio di tufo che separa il litorale di Lucrino dal porto di Baia. Generalmente i litorali sabbiosi non presentano un elevato interesse naturalistico ma qui, contrariamente ad ogni aspettativa, le escursioni subacquee riservano grandi emozioni. Il paesaggio sommerso è, infatti, totalmente condizionato dalla presenza di numerosissimi manufatti romani dispersi a varie profondità e che costituiscono tutto il substrato solido su cui vivono numerosi organismi animali e vegetali.
Una prima affascinante visita, alla portata di chiunque sappia nuotare con maschera e pinne, è quella di Portus lulius ( Zona B), dove scendendo in acqua dalla Boa di ormeggio si osservano le rovine dell’antico porto romano con le sue botteghe e ville adorne di numerosissimi resti di pavimenti in cocciopesto, colonne, mosaici, frammenti marmorei, pareti di ambienti in opus reticulatum e latericium. Queste strutture affiorano da un fondo sabbioso detritico colonizzato, a tratti, da piccole praterie di Cymodocea nodosa, e da rare macchie di Posidonia oceanica. Tra le numerosissime fenditure dei muri sommersi, spesso irriconoscibili per via delle lussureggianti alghe che li ricoprono, e tra i sedimenti e le fronde delle fanerogame marine, trova nutrimento e riparo un’enorme varietà di organismi.
Riservata ai sub forniti di autorespiratore, invece, è l’escursione sulla cosiddetta “ Secca Fumosa” ( zona C), a poco più di 750 metri dalla costa, costituita da un gruppo di 28 pilastri (pilae)in opus reticulatum e latericium a base quadrata, disposti in doppia fila con andamento quasi parallelo alla costa. Questi imponenti piloni distano pochi metri l’uno dall’altro e poggiano su un fondo detritico ad una profondità media di circa 10 metri, che dal lato esterno, versante sud, digrada con una piccola scarpata franosa fino a 13 metri. È senza dubbio una delle escursioni subacquee più interessanti e varie dell’area, poiché di grande interesse sia biologico che naturalistico oltre che, naturalmente, archeologico. Infatti, alla base di questa scarpata ricoperta di resti di manufatti (che offrono rifugio a numerose specie di pesci), dal fondo sabbioso fuoriescono in vari punti numerosi affioramenti di acqua calda ed esalazioni gassose e si osservano evidenti depositi gialli di zolfo. Queste manifestazioni vulcaniche, osservabili in vari punti di questo sito, influenzano le comunità degli organismi presenti solo in modo puntiforme, determinando una drastica ed evidente diminuzione del numero di specie osservabili. Ad una osservazione più attenta è possibile notare che la parte superiore, situata fra 3 e 5 metri, essendo ben esposta alla luce si presenta riccamente ricoperta da varie specie di alghe, in prevalenza alghe brune o feoficee. Le pareti laterali verticali, invece, essendo scarsamente illuminate, sono ricoperte da un tipico popolamento coralligeno, costituito da organismi in prevalenza animali, dai colori molto accesi, che di norma s’insediano a maggiori profondità. Ruotando intorno a qualunque pilastro è facile rendersi conto che l’orientamento dei vari lati, determinando esposizioni diverse alla luce ed alle correnti, influenza direttamente la composizione dei popolamenti, che si esprime con dominanze cromatiche diverse per ogni lato.

Biologia
